OGGETTO DELL’INTERVENTO E ANALISI DELLO STATO DI FATTO

L’asta fluviale del Fosso Sant’Antonio negli anni ‘60 è stata canalizzata realizzando in primis un rivestimento del fondo mediante basole lapideee di varia pezzatura legate con malta cementizia.
Nel corso del tempo, per motivi legati all’evoluzione del tessuto urbano dell’abitato di Tito, il fosso Sant’Antonio è stato oggetto di “confinamento” mediante la realizzazione di muri laterali in muratura di pietrame a sacco secondo una configurazione “scatolare” delle dimensioni di circa 1,00 m in larghezza e di 1,90 m in altezza.
L’azione erosiva delle correnti e l’ulteriore rimaneggiamento del tessuto urbano nel corso degli anni ha determinato la configurazione attuale estremamente disomogenea.
Infatti, in alcuni tratti, il basolato di fondo è stato sostituito da piastrelle variamente assortite, i muri in pietra sostituiti da muri in calcestruzzo e l’intradosso del canale realizzato con una soletta in calcestruzzo, debolmente armata, come è stato possibile accertare con le ispezioni eseguite durante le prime attività disposte ai fini progettuali.
La sostituzione caotica delle parti di muratura ammalorate con elementi in calcestruzzo non è stata condotta in modo da generare continuità della sezione. Infatti, in seguito all’azione erosiva delle correnti fluide la sconnessione tra il fondo e le spallette in cls è resa evidente dai numerosi “sfornellamenti” che provocano lo sprofondamento del fondo e il dilavamento del materiale lapideo a tergo dei muri laterali con il conseguente sprofondamento locale degli elementi sovrastanti, sede stradale e/o terreno.
Gli episodi di cedimento delle infrastrutture sovrastanti sono stati numerosi.
Gli interventi succedutesi nel corso degli anni hanno ulteriormente accentuato la vulnerabilità idraulica e strutturale del tratto tombato innescando fenomeni di erosione localizzata.
Durante le attività di rilievo sono state evidenziate due situazioni di rischio elevato connesso alla dimensione dell’erosione sotterranea e all’ubicazione nel soprasuolo di attività antropizzate che determinano intensi carichi pedonali e veicolari.

Figura 1: sfondellamento di un tratto del Fosso SantAntonio

Figura 2: intervento locale di ripristino e attuale danneggiamento della tubazione.

Figura 3: intervento locale di ripristino e attuale erosione localizzata del fondo con asportazione delle basole.

Figura 4: “sfornellamento” del fondo con distacco dalle pareti in cls e corrosione dei ferri d’armatura della soletta di intradosso

Figura 5: crollo della muratura delle pareti laterali per l’azione dinamica delle correnti defluenti.

Figura 6: riduzione locale della sezione utile.

Figura 7: video delle fasi di rilievo sotterraneo delle immissioni laterali e dei crolli diffusi (inquadrare i Qr code con uno smartphone)

Figura 8: sprofondamento del “soprasuolo” in corrispondenza di cedimenti rilevanti del fondo del tratto tombato.

Figura 9: sprofondamento del “soprasuolo” in corrispondenza di cedimenti rilevanti del fondo del tratto tombato – rilievo laser.

Figura 10: fasi di rilievo della cavità sotterranea.

Figura 11: muro a sostegno della soletta sovrastante dissestato ed erosione laterale

PROGETTO

Gli interventi di messa in sicurezza prevedono, in particolare:

  • esecuzione di una paratia di pali secanti (paratia impermeabile pali D=60 cm intervallati a 90 cm profondi 17 mt) in un areale che contiene il perimetro della cavità;
  • realizzazione di una porzione di cordolo sommitale per consentire l’inserimento di puntoni di contrasto (puntoni metallici per limitare le deformazioni durante le fasi intermedie di scavo) per i tratti dei pali che si fronteggiano e successivo sfondamento del tetto della cavità;
  • costruzione di una platea inferiore (S=70 cm) per bloccare i pali in corrispondenza della base della cavità a 5,00 mt circa dal piano di campagna;
  • realizzazione di setti di raccordo all’interno della vasca che, innestati sulla piastra di fondo vasca, collegano la paratia secante con le porzioni esistenti di imbocco e sbocco del fosso sulle quali non possono realizzarsi i pali;
  • costruzione di un impalcato carrabile a copertura della vasca innestata sul cordolo di testa pali composto da tre travi principali (sez. 80×100 cmq) e da una soletta piena dello spessore di 40 cm inserito con doppia orditura sulle travi principali e sul cordolo perimetrale.

Figura 12: Puntoni di contrasto (tipologico relativo alla fase intermedia di scavo fino al raggiungimento del fondo vasca)

Figura 13: Impalcato di copertura vasca _ carpenteria armature_dettagli

Figura 14: Platea fondo vasca _ paratia secante _ connessioni metalliche con resina epossidica

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