OGGETTO DELL’INTERVENTO E ANALISI DELLO STATO DI FATTO
L’area oggetto di intervento è caratterizzata da criticità connesse alla circolazione idrica sub superficiale e sotterranea che attualmente interferisce con gli edifici e i manufatti realizzati lungo il versante.
Il paese di Tito sorge su un dosso morfologico che si estende in direzione Nord Ovest – Sud Est alla base del versante che degrada da Il Monte verso il Torrente Noce. In particolare l’area oggetto di studio è individuabile nella zona settentrionale del centro abitato di Tito, su un versante che degrada in direzione Nord Sud verso il sottostante Fosso Sant’Antonio.
L’area come detto in precedenza è stata oggetto di espansione edilizia, infatti, dal 1989 al 1997 è stata edificata la parte alta del versante, in seguito l’espansione ha interessato la porzione a valle. Data la pendenza del versante, per la realizzazione degli edifici è stata modificata in modo significativo l’antica morfologia del terreno che attualmente risulta essere composta da una serie di terrazzi artificiali realizzati a diverse quote a diverse quote protetti nella porzione di valle da muri di sostegno.
Il monitoraggio piezometrico ha mostrato la presenza di falde poste a diverse altezze che si impostano in corrispondenza di livelli litoidi fratturati limitati da livelli argilloso limosi. Le falde sono alimentate dal rilievo il Monte situato ad ovest dell’abitato di Tito un rilievo costituito da livelli di diaspri intensamente fratturati e altamente permeabili che favoriscono la filtrazione verso il basso delle acque meteoriche. meno permeabili.
In particolare, i sondaggi S1Pc e S2Pa situati a monte di Via Nuvolese ad una quota di circa 690 m.s.l.m. all’interno di un fondo, ed attrezzati rispettivamente con due celle di Casagrande (-11.0 m e -36.0 m) il primo e a tubo aperto il secondo hanno registrato la presenza di un primo livello di falda ad una profondità di 10 m avente una portata maggiore di 14 litri visto che non è stato possibile operare lo spurgo all’interno del sondaggio S2Pa, dato confermato anche dalla la pressione dell’acqua di 0.33 Bar all’interno della cella a -11 m che ha fatto risalire il livello fino a 8.05 m.
La seconda cella del sondaggio S1a situata a -36.0 m individua la presenza di un secondo livello freatico capace di far risalire il livello dell’acqua di 11 m e (corrispondente a 1.14 Bar di pressione). La presenza di due distinte falde è confermata anche dalle prove di permeabilità eseguite all’interno del sondaggio S1Pc che hanno mostrato un’alternanza di livelli a media permeabilità con livelli.
La perforazione della condotta dovrà avere un diametro minimo di 114/127 mm. e pendenza variabile (comunque sempre verso valle) e dovrà poter essere eseguita in terreni di qualsiasi natura e consistenza compresi trovanti, strati lapidei, ecc., utilizzando carotieri, tricono o altri utensili adeguati alle necessità, montati in testa a tubazioni in acciaio tipo N80 dello spessore minimo 7/8.8 mm utilizzate come aste di perforazione. La condotta dovrà risultare diametrale per i pozzi attraversati, non discostandosi da tale posizione per più di un quarto del diametro interno dei pozzi. Il tubo in polietilene ad alta densità (HDPE-PEAD), utilizzato per la condotta di fondo e introdotto nel rivestimento in acciaio è un tubo flessibile corrugato a doppia parete realizzato per estrusione e rispondente alle norme CEN TC 155 W1 011 e CEI EN 50086-1-2-4.
PROGETTO
La tecnologia prevista per il presente progetto implica prevalentemente la realizzazione di una batteria di pozzi drenanti ispezionabili.
La realizzazione degli elementi prevede differenti fasi:
- la prima fase è quella di perforazione che avviene con le tecniche normalmente utilizzate per i pali trivellati.
- La seconda fase vede la realizzazione del foro orizzontale e la posa in opera della condotta di fondo mediante l’uso di una speciale attrezzatura di perforazione (figura 13). Le sue dimensioni ridotte permettono ad una piccola macchina, di potenza molto limitata, e all’operatore di lavorare all’interno dei pozzi ispezionabili del diametro interno di 1200 mm (al finito, 1500-1800 all’esterno). Al termine della perforazione la condotta può essere realizzata introducendo nel foro un’unica tubazione flessibile in materiale plastico, oppure una tubazione rigida, impiegando più pezzi di tubo opportunamente giuntati tra loro. In ogni caso la tubazione viene forata e rivestita di geotessile in corrispondenza di ogni pozzo per permettere l’ingresso dell’acqua all’interno del tubo.
I pozzi ispezionabili hanno un ruolo cruciale in questa tecnologia. Essi permettono l’accesso al loro interno anche in esercizio: in questo modo offrono la possibilità di ampliare il sistema aggiungendo in qualsiasi momento nuove condotte di fondo, per recepire le acque di altri pozzi di nuova costruzione, oppure integrare il sistema drenante con ventagli di dreni sub-orizzontali lungo le pareti (di lunghezza limitata).
La funzione drenante viene garantita tramite la realizzazione di un cilindro riempito di materiale granulare: quest’ultimo viene realizzato tra la parete del foro ed un lamierino metallico, di diametro più piccolo del foro, appositamente posizionato. In seguito viene realizzata l’impermeabilizzazione del fondo e della testa, con la posa in opera di una scala di accesso e del chiusino carrabile. In relazione all’aggressività delle acque drenate, può essere necessaria la protezione del lamierino metallico con zincatura e, nei casi più estremi, con sistemi di protezione catodica (Lazzari L. e Manassero V., 1994).
Una volta completato il riempimento con il materiale drenante dell’intercapedine tra lamierino e terreno e terminata la condotta di fondo, verrà eseguita l’impermeabilizzazione di testa del pozzo mediante la realizzazione di anello circolare in cls dello spessore minimo di 1 metro, avente funzioni di irrigidimento della colonna e di sostegno del successivo chiusino posto a copertura del pozzo. Il chiusino dovrà essere dimensionato per carichi di esercizio adeguati alla zona di intervento e dovrà inglobare una botola in ghisa, preferibilmente circolare, dotata di sottostante griglia in acciaio di protezione chiusa con lucchetto. La griglia dovrà essere munita di n°4 bracci laterali per essere collocata, prima della posa in opera del chiusino, al di sopra del lamierino 1200/1250 mm sulla cui sommità saranno realizzati altrettanti incastri.
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